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al testo di Ivan Pozzoni
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Pane e mortadella contengono zaini e borse dell’arte «neon»-avanguardista alcuni gruppuscoli di scrittuscoli romani darebbero ar popolo brioches, non ci arrivano che i versi suonan cavi se non son limati da una fresatrice Bosch e che i testi lisciati con la lima delle unghie non convincono neanche l’estetista, nel gruppuscolo romano sono tutti maestri dell’estetica, estetisti ante litteram, l’etica dell’est, tutti a nominare, a sproposito, Osip Ėmil’evič Mandel’štam.
Er popolo ci chiede «pane ar pane», testi energici, che dormano all’addiaccio se voleva immagini avrebbe hackerato tutti i film di Milly D’Abbraccio, «pane al pane» o «pene al pene» al barista all’angolo non fa differenza i gagà ottuagenari che scrivono che non si capisce niente creano danni o indifferenza alla strategia della democrazia lirica, una lira all’etto, con la D’Abbraccio a letto, che con Moana la mano tesa ai lettori almeno sappiam dove la metto.
Questo gruppuscolo di scrittuscoli romani che sta a copiar Tranströmer ama metter traduzione in testo a fronte col sostegno di scafati copywriter discutono, tra loro, di cose che non interessano a nessuno, facendo dell’arte un sodalizio, senza intuire lontamente che da Nessuno subiranno sanzione, sì, d’Odissea nell’Ospizio.
[Cherchez la troika, 2016] |
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